La soft Brexit di Theresa May

La mia non è una mossa politica, e non mi sono mai interessata di Brexit, ma ieri ho letto un articolo veramente convincente su Panorama. Joe Burker banchiere irlandese della City di 50 anni, uno dei direttori di Mufg Bank Istituto di Credito giapponese che finanzia diverse case automobilistiche nipponiche presenti in UK, ha dichiarato: le case automobilistiche giapponesi nel Regno Unito importano i componenti automobilistici realizzati in UE, poi esportano in UE i veicoli assemblati, senza dazi. Senza accordo di uscita del Regno Unito dalla UE varranno le regole del WTO, cioè le case automobilistiche pagheranno il 10% in più su ogni componente importato e il 10% in più su ogni auto esportata nell'UE. Le fabbriche potrebbero venir trasferite all'estero e anche la filiera. Ragionando in termini di valore aggiunto, la delocalizzazione sarebbe anche giusta, perchè più è alta la differenza tra costi di trasferimento delle materie prime e costi di trasferimento dei prodotti finiti, più basso è il valore aggiunto globale dell'azienda, però il concetto di integrazione verticale in questo caso dovrebbe prevalere, cioè le aziende dovrebbero poter produrre sul territorio economicamente più vantaggioso. Inoltre, è importante anche il discorso del confine tecnologico proposto al posto di vere barriere fisiche tra le due Irlande quella del Nord e quella propriamente celtica; il timore di veder messo a rischio l'Accordo del Venerdì Santo, con relativo spostamento del confine doganale sul Canale di San Giogio è solo una percezione, dipende dalla predisposizione mentale di ciascuno di noi, economisti e politici compresi, laburisti, una parte dei conservatori, e dagli scozzesi ai nord irlandesi, ritenevano deludente il patto negoziato dalla May, perchè creava una unione doganale eterna, che comunque poneva UK a sottostare ai dazi e regolamenti di Bruxells, questo avrebbe creato un ribasso della sterlina e avrebbe attirato capitali stranieri facendo diventare la Piazza di Londra una nuova Singapore. Da tener presente che l'esecutivo guidato di Tories è tenuto in piedi dal DUP partito unionista dell'Irlanda del Nord. La mossa facciamo entrare solo le merci e non le persone, era legato ovviamente all'immigrazione, ma non c'è da temere nulla, United Kingdom è stato il primo paese in Europa, assieme alla Germania con i turchi (io ho visto questa realtà di persona avendo vissuto un anno in Germania esattamente vent'anni fa), ad aver gestito i flussi migratori, sulla base del concetto manodopera non specializzata, questo concetto non ruba posti di lavoro a nessuno, perchè chi vive sul territorio da sempre ha sempre un vantaggio. In UK la tradizione artigiana è molto forte, ma il loro pensiero politico è legato ai conservatori, distretti come Barking e Dagenham appartenevano alla working class, ma non riescono a capire che le cose sono cambiate, sono legati molto ad un passato che non c'è più, il pensiero della catena di montaggio è superato, conta il lavoro autonomo e l'innovation and reaserch.

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