PETIZIONE SALUTE E LIBERTA'

Petizione (Art.50 della Costituzione Repubblica Italiana) Per favorire il “Dialogo con lo Stato Italiano” affinché venga ripristinato IL PRINCIPIO DI SEPARAZIONE DEI POTERI, e, di conseguenza, I DIRITTI e LE LIBERTA’ FONDAMENTALI attualmente ancora denutriti e compressi (auto-certificati) nonché LA SALUTE PSICO-EMOZIONALE-SOCIALE STIMATA SIG.RA PRESIDENTE DEL SENATO STIMATO SIG. PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI Visti: -gli artt.1,2-3,13,16,17,18,19, 32,34,41 della Costituzione Italiana -gli artt. 2 comma 1, e 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225; -la Carta dei -Diritti Fondamentali dell’Unione Europea. Premesso che a partire dalla dichiarazione di emergenza sanitaria del 31 gennaio 2020, avente ad oggetto la diffusione del virus Covid-19, si è assistito ad una reiterata emanazione di DPCM al fine di tutelare il bene “salute” della comunità nazionale, con la conseguenza di vedere compressi e denutriti svariati diritti costituzionali tra cui, per citarne soltanto alcuni, la libertà personale (art.13 Cost.), la libertà di circolazione e di soggiorno (art. 16 Cost.), la libertà di riunione (art. 17 Cost.), la libertà religiosa (art. 19 Cost.), il diritto/dovere all'istruzione (art. 34 Cost.) la libertà di iniziativa economica (art. 41 Cost.). Ben si è compreso il carattere straordinario della situazione di fronte alla quale il Paese e le istituzioni si sono trovati. Se inizialmente la ratio degli interventi delle Istituzioni doveva avere come unico fine il contenimento del contagio, ci si è trovati di fronte ad una vera e propria esacerbazione di strumenti di pubblica sicurezza, a cui si è aggiunto il totale sgretolamento della certezza del diritto ed un iniquo trattamento sull’intero territorio nazionale, nonché una implicita autorizzazione ad una pericolosa interpretazione da parte di chiunque, dal mero esecutore di ordini al singolo cittadino. Pagina 1 di 7 Pertanto, Noi sottoscritti CITTADINI e CITTADINE ITALIANI Chiediamo allo Stato di porre in essere tutto ciò che serve per il Ripristino della Certezza del Diritto che, a causa della totale e manifesta sovversione dei cardini dell’ordinamento giuridico democratico e repubblicano, è andata completamente sgretolandosi a colpi di DPCM. Allora ci si chiede, questo stato di emergenza sanitaria può giustificare l’attuale modus operandi di chi ad oggi concentra in sé ogni tipo di potere? La nostra Carta Costituzionale, i principi vigenti all’interno del nostro ordinamento giuridico sono fermi baluardi attraverso cui sarebbe stato possibile sin da subito tessere una rete di regolamentazione semplicemente più sensata per il vivere comune, anche in questo momento storico. Allora, partiamo dalle basi, partiamo da quel diritto che è cardine e fondamento dell’ordinamento italiano e che oggi vive solo continue aberrazioni. Lo Stato di diritto è quella forma di Stato che assicura la salvaguardia e il rispetto dei diritti e delle libertà dell'uomo, accanto alla garanzia dello stato sociale. La sua proclamazione nacque dalla esplicita contrapposizione allo Stato assoluto ed il cui concetto presuppone che l'agire della macchina statale sia sempre vincolato e conforme alle leggi vigenti; cosa s’intende? In primo luogo che, lo Stato, quale organo deputato alla tutela e difesa della comunità e del singolo cittadino, sottopone se stesso al rispetto delle norme di diritto, avendo come principale faro costante la nostra Carta Costituzionale, VERTICE DELLA GERARCHIA DELLE FONTI DI DIRITTO. Allarghiamo la prospettiva, volgendo lo sguardo alla normativa europea, la cui Carta dei diritti dell’uomo, già nel preambolo così recita “l’Unione si basa sui principi di democrazia e dello stato di diritto. Essa pone la persona al centro della sua azione istituendo la cittadinanza dell’Unione e creando uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia”. Cosa sta accadendo oggi? Si assiste alla scrittura copiosa di un “diritto”fatto di ordinanze,decreti, circolari e delibere! In buona sostanza, a partire dal mese di febbraio, si è assistito ad un ampio proliferare di decretazioni d'urgenza susseguitesi in un lasso breve di tempo, un'attribuzione di prerogative all'organo esecutivo che, in realtà, la Carta Costituzionale non prevede nemmeno in stato di guerra. Si vuole, a questo punto, onorare e rammentare le caratteristiche della nostra amata Costituzione, ai noi, oggi alquanto obnubilata: - rigidità: si tratta DELLA FONTE DI GERARCHIA DEL NOSTRO DIRITTO, per cui tutte le disposizioni aventi forza di legge che entrano con lei in contrasto sono rimosse con un procedimento disposto dalla Corte costituzionale; vieppiù, trattandosi della fonte primaria, può modificarsi soltanto attraverso procedimento parlamentare aggravato che richiede un processo ben più articolato e non già provvedimenti derivanti da stati di emergenza; - lunghezza: in essa sono esplicitati e descritti nel dettaglio i principi, i diritti e i doveri dei cittadini ma anche i meccanismi che regolano la vita del paese. La Costituzione italiana, infatti, non si limita a indicare le norme sulle fonti del diritto ma contiene anche diverse disposizioni riguardanti molti settori del vivere civile, e, come non sfuggirà ad attenti suoi conoscitori, in essa è contenuta la posPagina 2 di 7 sibilità di far fronte a qualsivoglia situazione anche se non esplicitata; ciò attraverso combinati disposti e interpretazioni. >Eppure, ancora oggi, ai più sfuggono quali siano i cardini che tengono in piedi l’attuale regolamentazione. - compromissorietà: si tratta, infatti, del frutto di una collaborazione tra tutte le forze politiche uscenti dalla seconda guerra mondiale; gesto finale della liberazione dal Fascismo, con un confronto aperto e democratico nonostante le posizioni di partenza diametralmente opposte. - democraticità: baluardo ne è la “sovranità popolare”, ricordando altresì che, essa veniva stata votata dai rappresentanti eletti dal popolo, e per niente a quest’ultimo imposta. - programmaticità: rappresenta il programma e gli obiettivi che tutte le forze politiche devono sforzarsi di attuare attraverso provvedimenti legislativi che non entrino in contrasto con le medesime disposizioni in essa contenute e i principi vigenti nell’ordinamento giuridico. Lo zoccolo duro della Costituzione Italiana è costituito dai PRINCIPI FONDAMENTALI INELUTTABILI: LIBERTA’, UGUAGLIANZA, AUTONOMIA, DEMOCRATICITA’, PARTECIPAZIONE...oggi palesemente calpestati in nome di un unico bene/interesse che, improvvisamente, acquisisce massima tutela da parte dei vertici, a tal punto da rendere sacrificabile tutto il resto. Il diritto alla salute, prepotentemente imposto e considerato quale invalicabile limite a cui tutti gli altri diritti e libertà si sono visti piegare. Tra un DPCM ed un altro, nella definizione di “situazioni meritevoli di protezione rafforzata”, ci si è affannati a regolamentare “alla meno peggio” una situazione che dapprima si dichiarava essere sotto controllo, ma di cui ancora oggi noi tutti viviamo e paghiamo l’esatto contrario. Sono state definite “situazioni meritevoli di protezione rafforzata”, e per tale ragione il Governo “improvvisamente” si è ritrovato a dover arginare un fenomeno virale lottando con un unico alleato: la tempestività. E’ proprio in nome di questa tempestività, che oggi, si assiste ancora alla formulazione di dicta che rasentano l’insensato e da cui per naturale fenomeno di derivazione, ne scaturisce un’applicazione del tutto illogica e discrezionale. Ancora, non si comprende come un atto formalmente e sostanzialmente considerato amministrativo e per tali ragioni atto a regolamentare le vicende tra PA e privati cittadini oggi si vede in polposition a dettare obblighi all’intera comunità nazionale. Ancora, la legge costituzionale del 2001 confermava, proprio in ordine al diritto alla salute, la necessaria collaborazione tra organizzazione e funzioni, sottolineando che la "tutela della salute" è compito della Repubblica e della potestà legislativa- e non certo esclusivamente dell’organo esecutivo, ancor più dell’unico soggetto Presidente del consiglio. Proprio perchè il bene salute richiede una delicata e attenta disamina di numerosi aspetti che ad essa si confanno, non è assolutamente possibile immaginare che diventi oggetto di decisioni da parte di soggetti selezionati chissà come e da chi. Dunque , cos’è questo tanto nominato diritto alla salute? L’ art. 32 co 1 Cost. recita"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Interessante soffermarci sulla considerazione che la nostra Carta fa di questo diritto, attenzionandolo sia nel suo aspetto soggettivo, sia in quello di interesse superindividuale. Allora ci si chiede, per come oggi ci viene imposto di Pagina 3 di 7 vivere, sino a che punto la tutela della collettività può prevalere in maniera così stringente rispetto a tutti gli altri diritti e libertà fondamentali appartenenti a ciascuno di noi? Se il proposito maturato e perseguito dalla politica del Presidente del Consiglio e dei tecnici è la tutela del bene salute ueber alles, la batteria di decreti sin qui emessi ha ottemperato a questo proposito? Partiamo da una pronuncia dello stesso organo che oggi è riferimento per la gestione emergenziale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Esso definisce la salute "uno stato di completo benessere fisico, mentale, sociale e non consiste soltanto nell’assenza di malattie o infermità. Il possesso del migliore stato di sanità che si possa raggiungere costituisce uno dei diritti fondamentali di ciascun essere umano, qualunque sia la sua razza, la sua religione, le sue opinioni politiche, la sua condizione economica e sociale.” Non può dunque sfuggire che, la definizione stessa data dall’OMS sia ben più ampia di quella perseguita da chi oggi detiene il potere decisionale in Italia, comprendendo una visione olistica dell’essere umano. E’ stato, dunque, attuato un bilanciamento tra tutti i diritti, le libertà e le componenti della salute stessa, che possa definirsi proporzionale ed adeguato alla situazione di stato? Vieppiù, è possibile immaginare che le uniche soluzioni sin qui adottate potessero prevedere così forti limitazioni, anziché porre fiducia nella popolazione e nella sua capacità di autodeterminazione ed auto-responsabilità? In nome dello stesso diritto che il Governo tanto tutela e persegue, la salute, - e per cui giustifica la reclusione delle persone, nonchè la soppressione totale dell’economia e tanto altro- si verificano ogni giorno suicidi e aumento dei fenomeni depressivi e ansiogeni di quelli stessi cittadini che il Governo afferma di voler tutelare e salvaguardare. E allora al Presidente del Consiglio tocca fare un “mea culpa” e considerare che il bene salute non è stato affatto valutato nella sua accezione di interezza che vede sì il corpo, ma altresì la psiche, l'emotivita' e la componente spirituale di un Essere Umano; tutte componenti essenziali e che inevitabilmente devono agire in sinergia equilibrata. Risulta evidente come proclamarsi difensore della salute dei cittadini per uno Stato di diritto sia compito tutt’altro che semplice e prevede lo sforzo di una visione ampia e concettualmente evoluta di Umanità. Necessita di saper riconoscere, offrendo pari dignità, non solo ai bisogni primari, (bere, mangiare, dormire) ma anche a quelli considerati "secondari", (sicurezza, liberta', appartenenza, considerazione, fiducia, efficacia etc) che è d’obbligo sottolineare non essere definiti secondari perché accessori, ma perchè concorrono assieme ai primi, in pari misura, all'equilibrio fragile e complesso del benessere psico-emotivo-sociale dell’entità UOMO. Il Governo ha tralasciato completamente tutte questi bisogni, determinando con il suo comportamento diverse tipologie di danni, tra cui quelli di tipo psico-emozionale :lo stress, infatti, non è l’effetto di un evento in sé, ma la percezione che abbiamo di saper fronteggiare, risolvere e gestire gli eventi. Le risorse che si hanno a disposizione per fronteggiare una situazione inusuale cambia le sorti di chi si trova protagonista di un cambiamento improvviso. Non si può far trapelare il solo Pagina 4 di 7 messaggio che il problema sia il virus in sé, ma, al più, è il modo in cui questo si diffonde, contamina e contagia. Nel corso del tempo ci si è sempre più allontanati dalla reale ratio di tutta la regolamentazione, ovverosia “il contenimento del contagio”, per arrivare ad una mera e del tutto ingiustificata restrizione ad libitum delle libertà. Come si può credere di circoscrivere in atti amministrativi le più svariate situazioni quotidiane e sociali? Risultato? Ciò che non è scritto nei DPCM non è consentito. Le anticipazioni sul futuro sono diventate alquanto drammatiche, senza lavoro, senza soldi, senza aiuti concreti e tempestivi- tempestività al contrario utilizzata per consentire o meno di uscire dalle abitazioni, decidere a quanti metri, e per quali ragioni. Scelte che hanno portato per molti a mettere fine alla propria vita, compiute in condizioni mentali di aridità relazionale, paura indotta dal modo in cui le informazioni sono state veicolate ed interpretate. É noto come ognuno costruisce e descrive i dati che osserva in maniera soggettiva, in funzione del proprio ruolo e delle proprie conoscenze, alle volte non affatto sufficienti per gestire al meglio fenomeni sociali complessi, in un contesto sociale in cui si è sempre più attenti alle macchine e non all’Uomo. Pensare che una crisi come quella attuale non lasci conseguenze psicologiche sarebbe un’ingenuità. Le stiamo già vivendo adesso! Le situazioni che potremmo trovare nell’era del dopo Covid-19, sono preoccupanti:un barometro emotivo complicato. Stanchezza, impotenza, fragilità, incertezze, percezione di veder frenare la propria realtà… insomma una vera e propria crisi esistenziale, a cui non si potrà ancora per molto girare le spalle, magari rendendola terreno fertile per alternative orchestrazioni. Pensare che la difesa da un virus passi attraverso l'isolamento, l'obnubilamento della coscienza compiuta dai messaggi mediatici, la paura, il sospetto, il catastrofismo, allora significa utilizzare i limiti della psiche umana per costruire gabbie di disagio e contenzione che nulla hanno a che fare con il benessere. La “pandemia” che stiamo attraversando non conterà solo le morti drammatiche di migliaia di persone, ma sta attentando profondamente agli equilibri emotivi e psichici profondi dei cittadini, e la conta di queste morti interiori sarà visibile negli anni futuri, con costi economici e umani ben peggiori di quelli visti fin qui. Chiusi in casa, di malattie ne possono sopraggiungere altre, se non tutelati i criteri “psichico e sociale”. Promuovere la salute vuol dire incoraggiare le persone ad avere fiducia e non terrorizzarle, significa solidarietà e non esacerbato controllo da parte delle forze dell’ordine ai singoli cittadini a cui si è consapevolmente o meno consegnato il diritto di sentirsi sceriffi della comunità, spargendo ancora e solo semi di profonda incertezza interiore ed esteriore. In relazione a tutto quanto sin qui detto, si rammenta come la Costituzione italiana riconosca il principio dell’inviolabilità dei diritti dell’uomo, sancendo allo stesso art. 2 che «la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità». Esso costituisce la base di tutti i diritti fondamentali, determinando il Pagina 5 di 7 principio di dignità della persona, riconosciuto nelle costituzioni già a partire dalla metà del XX secolo e che costituisce la premessa ideologica dello Stato democratico e sociale di diritto. Ancora, esso è il criterio generale di interpretazione della norma, il fondamento costituzionale di tutti i diritti connessi allo sviluppo della persona. L’art 2, riconoscendo l’inviolabilità dei diritti, ne sancisce la loro preesistenza allo Stato stesso e ad ogni forma di governo, sottolinea l’importanza primaria dell’uomo sull’ordinamento statale. Questo doveva essere il pilastro su cui fondare qualsiasi tipo di scelta, atta a fronteggiare l’emergenza, contemperando gli interessi da tutelare, sicuramente dovendone sacrificare qualcuno, ma sempre ed esclusivamente nel rispetto della dignità della persona. A tal proposito merita di essere segnalata la Sentenza n.13 del 1994 attraverso cui la Consulta, già all’epoca, sottolineava che tra i diritti che formano il patrimonio irrinunciabile della persona umana, l’art 2 riconosce e garantisce il diritto all’identità personale che rappresenta il diritto di ESSERE SE STESSI. L’identità personale costituisce dunque un bene di per sé, a ciascuno è riconosciuto il diritto che la sua individualità sia preservata , indipendentemente da qualsivoglia situazione sociale ed economica. Come si può ritenere, dunque, che tale diritto sia stato garantito a fronte di danni subiti dai cittadini? Come si può ritenere, dunque, che tale diritto sia stato garantito a fronte dei trattamenti che i cittadini si sono visti e ancora vedono perpetrare a proprio danno da parte delle forze dell’ordine? Veramente si può pensare che “resto a casa”,”cura-italia”, i DPCM ect., siano la soluzione che uno Stato deve offrire in tali circostanze? Questo è il tempo in cui l’ordine sia ristabilito e non più a favore dei pochi, bensì a favore di tutti!!! Lo Stato afferma di voler tutelare la salute, prendendosi la sanità dei cittadini. Alla luce di questi fatti CHIEDIAMO Che sia RIPRISTINATO • LO STATO DI DIRITTO con ogni effetto a tutela di NOI CITTADINI; • L’ORDINE COSTITUZIONALE STATALE, dove ogni organo ritrova la sua collocazione e l’ordinamento torna a vedere il dialogo e la collaborazione tra istituzioni e cittadini, ricordando che se esiste uno Stato e degli organi statali è perché esiste un popolo, diversamente non avrebbero motivo di esistere; • I PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA COSTITUZIONE, descritti negli artt.1-12 e nella parte prima relativa ai “diritti e doveri” artt. 13-54, che caratterizzano, strutturandolo in profondità,lo stesso ordinamento costituzionale. Esso verrebbe letteralmente meno- trasformandosi in un ordinamento diverso- nel caso in cui detti principi non fossero osservati e fatti oggetto di specifica tutela, contenendo in sé il tipico valore di “essenzialità”; Pagina 6 di 7 nonché CHIEDIAMO • ATTENZIONE CONCRETA VERSO LO STATO PSICO-EMOZIONALE DEGLI INDIVIDUI, PROPONENDO DI PRENDERE IN ESAME LA POSSIBILITà DI STANZIARE FONDI A TUTTI QUEI PROFESSIONISTI CHE - ANCHE IN FORMA ASSOCIATIVA- SI OCCUPANO DI TALI AMBITI DI COMPETENZA, TRA CUI COUNSELOR, PSICOLOGI, PSICHIATRI, OPERATORI OLISTICI E DEL BENESSERE. I professionisti sarebbero così messi nella condizione di offrire il loro contributo a tutti i cittadini che ne sentissero il bisogno, per consentire agli stessi di percepire un concreto sostegno, e di avere quindi“la capacità di rialzarsi, riuscendo a cogliere, altresì, i doni che porta con sé l’esperienza vissuta”. I promotori: Dott.ssa Grasso Viviana (giurista foro di Bari), Avv. Ylenia Leo (avvocato foro di Bari), Serenella Ballore (in proprio e nella qualità di Presidente della APS TU SEI UNICO E IRRIPETIBILE ETS) Dott.ssa Monica Fiocco (Psicologa; Counselor )

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  • Chiara Albanese ha firmato la petizione 21 giorni fa

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